
Sabato 7 ottobre ore 21.00
ASPETTANDO PIERROT
da un’idea di Cristina Cason e Paolo Papparotto | drammaturgia Cristina Cason e Paolo Papparotto | regia “Otto Mani Diver Genti” | animatori Paolo Papparotto, Paolo Saldari, Cristina Marin, Cristina Cason | tipologia dello spettacolo commedia esistenziale parodistica e straniata per burattini della Commedia dell’Arte Veneta liberissimamente ispirata ad “Aspettando Godot” di Samuel Becket | compagnia “Otto Mani Diver Genti” | coproduzione “Paolo Papparotto Burattinaio” e “L’Aprisogni”
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Tra i testi di Beckett, in realtà tutti piuttosto “duri” e inquadrabili nelle produzioni letterarie “intellettuali” il copione di “Aspettando Godot”, oltre ad essere indiscutibilmente il più famoso, è stato anche quello che, dopo ben tre (faticose…) letture, ci ha stimolato di più. Ci ha stuzzicato all’interno di una catena di riflessioni che non è certo nata in questa occasione, anzi. Essa spesso si fa pressante nelle discussioni tra noi burattinai amici, quelli che in modi diversi gravitano intorno, per capirci, a “La Casa di Arlecchino”. In quest’ultimo periodo in particolare, le nostre “chiacchiere” si sono agganciate con sorprendente simultaneità a quelle partite da colleghi di altre regioni, di altre e “alte estrazioni”: la naturale essenza trasgressiva, popolare, tragicomica e beffarda del Teatro dei Burattini. È noto e penosamente diffuso il senso di inferiorità che (chissà perché) assale tanti fra coloro che lavorano in questo settore. Costoro cercano di giustificarsi, rivendicando ascendenti importanti, quasi a scusarsi dello scarso “quoziente intellettuale” dei propri spettacoli. Come a dimostrare che anche essi sanno leggere, scrivere e fors’anche recitare, ogni tanto esperiscono tentativi di avvicinarsi al teatro vero, colto, con la T maiuscola. A riprova che “anche noi potremmo…” che non è vero che il Teatro dei Burattini è solo per i bambini… E così si può partire da Arlecchino contro Maciste ed Hulk per giungere a Beckett. Invece noi, fatta salva la qualità del lavoro, ci ritroviamo proprio bene dentro al Teatro dei Burattini (con due maiuscole!) ed alla sua irriverenza. E di fronte a questo testo, irto per antonomasia persino dentro alle canzoni sessantottine di Claudio Lolli, ci è venuto spontaneo di ripensarlo “sincretizzato” con Arlecchino, Brighella e le altre maschere. Non solo perché queste sono il nostro pane quotidiano (in senso figurato e anche proprio), ma perché Vladimiro ed Estragone ci si sono sovrapposti in tutta tranquillità ai due zanni e Pozzo è un rintronato Pantalone. La struttura del nostro canovaccio e la storia che ne è conseguita sono, in filigrana, assolutamente coincidenti al testo di Beckett. Cambiano i toni, i colori, il linguaggio. Ovvio, in onore dei burattini, che hanno le loro sacrosante esigenze, diverse da quelle di un attore. La cosa divertente è che questa idea ci è venuta all’unisono: non ci eravamo messi d’accordo per partecipare al bando del CTA; in ambedue le Compagnie della joint venture (“L’APRISOGNI” e “COMPAGNIA PAOLO PAPPAROTTO BURATTINAIO”), si sono fatte strada la stessa lettura e la stessa possibile rilettura. Dipenderà certamente da una affinità di sensibilità che ci unisce al di là della nostra amicizia, o da una ormai lunga frequentazione con scambi continui di vedute sul nostro mestiere; la voglia di lavorare insieme su questo progetto ci ha subito entusiasmato ed il lavoro fin qui realizzato ci ha divertito. Per questo presentiamo questo progetto, osiamo pensare con lo stesso spirito straniante e salace che aveva, a sua volta, animato Beckett.
Compagnia: “Otto Mani Diver Genti”