Felicità sostenibile
Eventi di spudorata propaganda a sostegno dell’ambiente
Vedo la terra, è bellissima!
Yuri Gagarin, 12 aprile 1961
Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature da ventidue scienziati fra cui molti mostri sacri della climatologia, mette in relazione decine di lavori dedicati a inquinamento, cambiamenti climatici, deforestazione, erosione di suolo, aumento della popolazione, crollo della biodiversità e arriva alla conclusione che siamo molto vicini a un punto critico nel quale l’alterazione in serie degli ecosistemi potrebbe modificare profondamente gli equilibri biologici e climatici del pianeta. Il cambiamento avverrebbe in maniera così brutale da generare disastri (ondate di calore, siccità, epidemie, migrazioni, guerre) e da non permettere alla specie viventi di adattarsi. [A. Barnosky et al., Approching a State Shift in Eatrh’s Biosphere, Nature, n. 486, giugno 2012]. La Terra potrebbe diventare quasi inabitabile in meno di cent’anni.
Andrea Brunello – compagnia Arditodesìo, autore e interprete dello spettacolo Pale Blue Dot, dopo la profetica visione del suo spettacolo ci ha detto: “Il nostro lavoro è speciale e le tematiche che trattiamo vanno scelte con attenzione perché generano energia e (a volte) idee. Per questo abbiamo una responsabilità. Credo che sia una questione di mancanza di consapevolezza, e noi possiamo intervenire per generarla, per sensibilizzare chi ci ascolta”. Nasce qui l’idea del Focus: l’idea di parlare al nostro pubblico, alla nostra città, del punto critico al quale siamo arrivati in termini di degrado dell’ambiente Terra (la nostra unica casa possibile) e di “propagandare” un approccio attivo, che non vuole semplicemente fuggire all’apocalissi ma che sceglie di avanzare verso un’immagine di cultura vista come parte armonica della natura; un’immagine che permetta di ridisegnare la figura degli esseri umani come una specie tra le altre specie, la cui vita è fatta di relazioni d’interdipendenza ed è circondata dall’abbraccio vitale della biosfera. Molte “rivoluzioni tranquille”, molte “rivoluzioni verdi” sono già in atto e noi vogliamo prenderne parte, prendere parte a quella che crediamo sia una delle più grandi sfide della storia dell’uomo. Perché un ripensamento dell’ambientalismo in termini culturali è necessario non tanto per la nostra mera sopravvivenza, quanto per la nostra felicità.
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