sabato 6 aprile ore 21.00

LA SEMPLICITà INGANNATA

Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne

Liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine

di e con Marta Cuscunà | assistente alla regia Marco Rogante | disegno luci Claudio “Poldo” Parrino | disegno del suono Alessandro Sdrigotti | tecnica di palco, delle luci e del suono: Marco Rogante | realizzazioni scenografiche Delta Studios, Elisabetta Ferrandino | realizzazione costumi Antonella Guglielmi | co-produzione: Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto Cura e organizzazione Etnorama | Dal 2009 al 2019 Marta Cuscunà ha fatto parte del progetto Fies Factory di Centrale Fies

Leggi la trama

Nel Cinquecento avere una figlia femmina equivaleva ad una perdita economica: agli occhi dei padri era una parte del patrimonio economico della famiglia che andava in fumo al momento del matrimonio. Una figlia bella e sana era economicamente vantaggiosa perché poteva essere sposata con una dote modesta. Una figlia brutta o con qualche difetto fisico necessitava invece di una dote più salata. Per questo i padri di famiglia escogitarono una soluzione per sistemare le figlie in sovrannumero: la monacazione forzata. Arcangela Tarabotti e le Clarisse del Santa Chiara di Udine attuarono una forma di resistenza all’utilizzo delle vocazioni religiose a fini economici davvero unica nel suo genere. Queste donne trasformarono il convento in uno spazio di contestazione, di libertà di pensiero, di dissacrazione dei dogmi religiosi e della cultura maschile con un fervore culturale impensabile per l’universo femminile dell’epoca.

Fino a che punto è lecito elaborare i dati senza che questa operazione si trasformi in un tradimento della verità storica? Ho cercato di raccontare alcuni aspetti della vicenda realmente accaduta ad Arcangela Tarabotti e alle Clarisse di Udine attraverso analogie che li rendessero più vicini a noi. Per questo, concetti come “eresia” o “dote” assumono, nello spettacolo, anche significati altri, più ampi di quelli letterali, nel tentativo di guardare, oggi, alla “monaca forzata” come simbolo non esclusivo della condizione femminile nel suo complesso. Una condizione che ha ancora bisogno di riscatto.


BIGLIETTI

€ 20 Biglietto mecenate: per contribuire con una piccola donazione alle attività di MaMiMò
€ 15 Biglietto intero
€ 13 Biglietto ridotto: Under 18, Scuole di Teatro di Reggio Emilia e Provincia, soci del Centro Sociale Orologio
€ 11 PROMO 18/30: speciale per 18 – 30 anni
€ 10 Biglietto soci MaMiMò e Unimore

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In alternativa puoi prenotare telefonicamente allo 0522 383178 o all’indirizzo e-mail biglietteria@teatropiccolorologio.com

Maggiori informazioni sul costo dei biglietti e sul regolamento di sala sono reperibili a questo indirizzo.