sabato 18 febbraio ore 21.00, domenica 19 febbraio ore 17.00

L’ORESTE. Quando i morti uccidono i vivi

di Francesco Niccolini | con Claudio Casadio | illustrazioni Andrea Bruno | regia Giuseppe Marini | scenografie e animazioni Imaginarium Creative Studio | costumi Helga Williams | musiche originali Paolo Coletta | light design Michele Lavanga | collaborazione alla drammaturgia Claudio Casadio | aiuto regia Gaia Gastaldello | direttore di scena Matteo Hintermann | voci di Cecilia D’amico (sorella), Andrea Paolotti (Ermes), Giuseppe Marini (dottore), Andrea Monno (infermiere) | una co-produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri, Società Per Attori in collaborazione con Lucca Comics&Games

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L’Oreste è internato nel manicomio dell’Osservanza a Imola.
È stato abbandonato quando era bambino, e da un orfanotrofio a un riformatorio, da un lavoretto a un oltraggio a un pubblico ufficiale, è finito lì dentro perché, semplicemente, in Italia, un tempo andava così.
Dopo trent’anni non è ancora uscito: si è specializzato a trovarsi sempre nel posto sbagliato nel momento peggiore. Non ha avuto fortuna l’Oreste, e nel suo passato ci sono avvenimenti terribili che ha rimosso ma dai quali non riesce a liberarsi: la morte della sorella preferita, la partenza del padre per la guerra, il suo ritorno dalla campagna di Russia tre anni dopo la fine di tutto e poi la sua nuova partenza, di nuovo per la Russia, per una fantastica carriera come cosmonauta, e – come se tutto questo non bastasse – la morte violenta della madre, una madre che lo ha rifiutato quando era ancora ragazzino con i primi problemi psichici.
Eppure, l’Oreste è sempre allegro, canta, disegna, non dorme mai, scrive alla sua fidanzata (che ha conosciuto a un “festival per matti” nel manicomio di Maggiano a Lucca), parla sempre.
Parla con i dottori, con gli infermieri, con un’altra sorella che di tanto in tanto viene a trovarlo, ma soprattutto parla con l’Ermes, il suo compagno di stanza, uno schizofrenico convinto di essere un ufficiale aeronautico di un esercito straniero tenuto prigioniero in Italia. Peccato che l’Ermes non esista.
L’Oreste è una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato. Su come la vita spesso non faccia sconti e sia impietosa. E su come, a volte, sia più difficile andare da Imola a Lucca che da Imola sulla Luna.


BIGLIETTI

€ 20 Biglietto mecenate: per contribuire con una piccola donazione alle attività di MaMiMò
€ 15 Biglietto intero
€ 13 Biglietto ridotto: Under 30, Youngercard, Scuole di Teatro di Reggio Emilia e Provincia, soci del Centro Sociale Orologio
€ 10 Biglietto soci MaMiMò

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