
Giovedì 30 e venerdì 31 marzo ore 21.00
PETER PAN GUARDA SOTTO LE GONNE
di Livia Ferracchiati | drammaturgia Livia Ferracchiati, Greta Cappelletti
con Linda Caridi, Luciano Ariel Lanza, Chiara Leoncini, Alice Raffaelli
regia Livia Ferracchiati
e con le voci di Ferdinando Bruni e Mariangela Granelli
produzione Compagnia The Baby Walk | con il sostegno di Campo Teatrale
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Peter pan guarda sotto le gonne è un viaggio alla scoperta della propria identità da parte di un bambino in un corpo di femmina e il primo capitolo della Trilogia sull’Identità.
Peter ha undici anni e mezzo, lunghi capelli biondi ed è nato femmina.
Ama il calcio ma, non appena qualcuno lo guarda, inge di giocare a pallavolo. Wendy ha tredici anni, è mora ed è molto brava con l’hula-hoop, ogni tanto fuma anche qualche sigaretta. Tra i due nasce un’intensa amicizia, qualcosa che ha che fare con la curiosità e l’attrazione, qualcosa che entrambi percepiscono e non sanno spiegarsi. A far luce, sarà Tinker Bell, una fata senza bacchetta magica, sboccata e scorretta, dai violenti cambi umorali, ma lunica vera conidente di Peter. L’incontro tra Tinker Bell e Peter dopo l’Ora di Chiusura nei Giardini di Kensington svelerà al bambino la sua vera natura. Peter sembra prendere consapevolezza di sé, ma tra i genitori che gli fanno presente che lui è una “femmina” e la sua Ombra che gli ricorda di essere “ un maschio”, arriva il momento in cui è il corpo ad avere la meglio: è il momento della prima mestruazione. Ma come si può crescere in un corpo che non ci rappresenta?
Nel romanzo Peter Pan scappa di casa dopo aver sentito parlare i propri genitori del suo futuro e si rifugia nei Giardini di Kensington dove vive insieme agli uccelli, e mantiene, come loro, la capacità di volare propria di tutti i neonati. Non tutto quel che fanno gli uccelli però gli è possibile, poiché il suo corpo resta quello di un umano e allo stesso modo, quando prova a giocare con altri bambini si trova a non conoscere le loro regole. Si rivolge così al governatore dei Giardini: il Corvo Salomone, il quale gli spiegherà che la sua natura è quella di “mezzo e mezzo”: non esattamente un uccello, ma neppure completamente un bambino. La natura di “mezzo e mezzo” è diventata per noi una questione di identità di genere.
Raramente si rilette sul fatto che le persone transgender non sono sempre state degli individui adulti, e che il disagio di avere un corpo che non rispecchia la percezione di sé, è una condizione che si origina in dai primi anni di vita.