Prosa

La Contessina Julie

di August Strindberg
con Lorenzo Frediani, Petra Valentini, Valentina Malcotti
regia Lorenzo Frediani
dramaturg Gabriele Albanese
costumi Antonella De Iorio
Compagnia Gorsant Teatro

Considerato da molti il capolavoro di Strindberg, “La Contessina Julie” fa parte del tentativo di Strindberg di imitare la Tragedia naturalistica francese di Zolà.
Ambientato nella notte di mezza estate, la strana notte dei giochi innocenti, il testo porta in scena la guerra tra i sessi ed anche l’analisi del rapporto di potere tra di essi: forse un autoritratto inconscio dell’autore, un viaggio all’interno di due anime che si misurano con i loro sogni, la loro animalità, il loro istinto di morte.
LA CONTESSINA JULIE “IO LA ODIO COME ODIO I TOPI, MA NON POSSO FARE A MENO DI LEI”
“Il destino tragico della signorina Julie l’ho motivato con un’intera serie di circostanze: gli istinti fondamentali di sua madre; l’educazione errata della figlia da parte del padre;
le sue tendenze naturali e l’influenza del suo fidanzato sul suo cervello fiacco e degenerate; e quindi, più in particolare: l’atmosfera festiva della notte di mezza estate; l’assenza del padre; il disturbo mensile di lei; il suo continuo occuparsi degli animali; l’effetto eccitante del ballo; il chiarore della notte; l’influenza acutamente afrodisiaca dei fiori; e infine anche la combinazione, che porta i due, insieme, in una stanza appartata e l’intraprendenza dell’uomo eccitato. Non mi son limitato a predicare la morale! Questo compito, in mancanza d’un prete, l’ho lasciato a una cuoca.”
August Strindberg (dalla Lettera a Bonnier di presentazione dell’opera)