Trilogia sull'Identità - Cap. III
UN ESCHIMESE IN AMAZZONIA
Trilogia sull’Identità – Capitolo III
ideazione e testo Liv Ferracchiati | scrittura scenica di e con Greta Cappelletti, Laura Dondi, Liv Ferracchiati, Giacomo Marettelli Priorelli, Alice Raffaelli | costumi Laura Dondi | luci Giacomo Marettelli Priorelli | suono Giacomo Agnifili | ufficio stampa Roberta Rem | progetto compagnia The Baby Walk | produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Centro Teatrale MaMiMò, Campo Teatrale, The Baby Walk | in collaborazione con Residenza Multidisciplinare Presso CAOS – Centro Arti Opificio Siri Terni
Leggi la trama
Paul B. Preciado, filosofo e tra i più importanti esponenti di studi di genere e politiche sessuali, sostiene che la cosa importante sia opporsi alla standardizzazione che identifica come patologia quello che non si riconosce, tutto il resto non è che una tassonomia, un sistema di classificazioni. In altre parole dice che l’identità di genere, quindi il transgenderismo o il cisgenderismo, non sono poi così interessanti.
Un eschimese in Amazzonia pone al centro il confronto tra la persona transgender1 (l’Eschimese) e la società (il Coro), fino ad arrivare al paradosso che l’Eschimese si stanca di raccontare sé stesso. La società segue le sue vie strutturate e l’eschimese si trova, letteralmente, ad improvvisare, perché la sua presenza non è prevista. Il Coro parla all’unisono, attraverso una lingua musicale e ritmata, quasi versificata, utilizza una gestualità scandita, dando vita ad una società ipnotica, veloce, superficiale, a rischio di spersonalizzazione. La logica con cui si struttura il lavoro è quella del “link web”, il nonsense manovra le connessioni e la fruizione è fulminea, incoerente, non approfondita.
Anche l’Eschimese è parte degli stessi stereotipi della sua contemporaneità, anzi nella sua stand up comedy è personaggio autentico proprio perché vive e rappresenta la propria inautenticità di abitante del Villaggio Globale. Si sforza di avere una visione soggettiva, ma anche la sua è, a ben guardare, infarcita di luoghi comuni e spersonalizzata. Il comico nasce anche dal mettere in rilievo quelle dinamiche che rendono l’essere umano marionetta, macchina, ovvero un essere sociale, un essere già giocato dalla cultura.
Un eschimese in Amazzonia è una citazione dell’attivista e sociologa Porpora Marcasciano che evidenzia l’incapacità della società di andare oltre il modello binario di sesso/genere, omosessuale/eterosessuale, maschio/ femmina e che quindi racconta la compromissione di uno di un percorso di vita che potrebbe essere dei più sereni e tranquilli.