Prosa

Viva Clara!

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Giuseppe Verdi nel salotto milanese di Clara Maffei

Lo spettacolo, ambientato a cavallo dei moti milanesi del 1848, vuole far emergere la personalità e il rapporto con l’arte di Giuseppe Verdi attraverso la narrazione di un periodo circoscritto della vita del Maestro.

Presentato a Clara Maffei nel 1842, Verdi si ritrova a frequentare il salotto più importante del risorgimento italiano a ridosso del ’48. In casa Maffei il musicista, pur essendo legato alla cantante lirica Giuseppina Strepponi, nutre una particolare attenzione per la padrona di casa e conosce il letterato e politico Carlo Tenca, che prova a convincerlo a scrivere un’opera esplicitamente patriottica. Sotto gli occhi del pittore Hayez che li ritrae mentre conversa con loro, Verdi – insieme a Carlo che lo adula e lo vorrebbe far diventare il simbolo della rivoluzione, e Claretta che lo affascina e lo provoca – affronta (accompagnato dalla visione di “fantasmi” che cantano le sue arie) un nodo centrale della sua produzione: il rapporto fra l’arte e la vita. Le opere che seguono, che diventano simboli (come il precedente Nabucco) del Risorgimento italiano, sono frutto di un intenzionale tentativo di raccontare il proprio tempo influendo su di esso o sono piuttosto l’innato senso storico di un artista che, parlando di sé e della sua vita, interpreta le tensioni e le ispirazioni di un’intera epoca?

Emanuele Aldrovandi