
Lunedì 18 luglio ore 21.30
Racconti di paesi lontani
con Maria Paola Dessì e Stefano Petretto
scrittura scenica e regia Romano Foddai
collaborazione alla drammaturgia Renata Molinari
consulenza sulla cultura ebraica David Zinder
disegno luci Tony Grandi
suono Emilio Foddai
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Lo spettacolo è il frutto di una ricerca condotta su alcune tradizioni ebraiche della cultura chassidica dei primi anni del Novecento in particolare in Polonia e forme tradizionali della Sardegna arcaica dello stesso periodo che presentavano, per temi ed elementi, analogie e caratteristiche di contiguità. Attraverso la collaborazione con il docente di teatro David Zinder dell’Università di Tel Aviv si è scelto di raccontare il dramma di Semën An-skij “Dybbuk” che illustra diversi aspetti della cultura ebraica, quelli in particolare relativi a forme di possessione da parte di anime vaganti e alla concezione del mondo e del ruolo della divinità e degli uomini nel determinarne il destino. Si sono poi identificati riti di possessione nelle culture popolari europee, studiando cosi i rituali dell’arza in Sardegna e la visione del mondo delle popolazioni sarde di quel periodo.
Nello spettacolo un giovane e la sua mamma raccontano storie di ragazzi innamorati, di promesse non mantenute dai loro rispettivi genitori, delle disarmonie conseguenti, della necessità del sacrificio per ristabilire la ricerca verso la perfezione di ciascuna anima nella sua ascesa verso Dio. Come dice il personaggio della vecchia mentre compie il rituale della possessione: “al di là del buono e del cattivo, al di là del bene e del male, al di là della vendetta e del perdono è necessario un sacrificio per ristabilire l’ordine, per ritrovare l’armonia perduta..”. Racconti di paesi lontani lancia un chiaro messaggio di eguaglianza: aldilà delle singole culture esistono leggi non scritte che appartengono a tutti gli esseri umani, ebrei, sardi e musulmani, tutti figli di un’unica madre.
Racconti di paesi lontani è inserito all’interno di un progetto triennale del Teatro S’Arza, riconosciuto per la sua rilevanza dal Ministero dello spettacolo e dei beni culturali, ed è nato sull’onda dell’indignazione emotiva provocata dagli attentati terroristici a Charlie Hebdo e al negozio ebraico di Parigi. La compagnia ha deciso di reagire a queste aberrazioni con una proposta culturale che, aiutando a creare le condizioni di reciproca conoscenza delle diverse culture, in maniera tale da far superare i pregiudizi verso la diversità che allignano nelle popolazioni, annulli la strategia terrorista che contrappone cristiani, ebrei e musulmani presentandoli come dei nemici.