Dal 2017 nella Casa Circondariale di Reggio Emilia

Teatro in carcere

A partire dal 2017, il Centro Teatrale MaMiMò è titolare della gestione dei percorsi teatrali
all’interno degli Istituti penitenziari di Reggio Emilia, attività in seguito consolidata tramite
un contratto d’appalto concesso dal Comune di Reggio Emilia per il Biennio 19-21 e
rinnovato poi per i bienni 2021-2023 e 2023-2025.

Il teatro in carcere è uno spazio di rigenerazione umana, dove la scena diventa luogo di verità, riscatto e riconnessione con sé stessi e con l’altro. Non è solo espressione artistica, ma un atto politico e profondamente sociale: dà voce a chi è invisibile, rompe l’isolamento e crea ponti tra dentro e fuori. Attraverso il lavoro teatrale, le persone detenute riscoprono l’ascolto, la disciplina creativa, la fiducia nel gruppo e la possibilità di essere altro rispetto al proprio errore. Il teatro non redime, ma rivela: mostra l’umanità che resiste anche nei contesti più chiusi.

L’esperienza condivisa con il pubblico diventa occasione di scambio autentico, oltre i pregiudizi. In questo processo, il teatro è cura, strumento educativo, gesto di responsabilità collettiva. Il Centro Teatrale MaMiMò, con la sua costante attenzione al sociale, porta il teatro dove più serve, con delicatezza e visione. Ogni laboratorio, ogni spettacolo è un atto di fiducia nella possibilità del cambiamento. In carcere, il teatro non intrattiene: trasforma.

Dal 2019 MaMiMò è anche partner del Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna, la
rete regionale che promuove il teatro come strumento di riabilitazione sociale all’interno delle
carceri emiliane e romagnole. Questo permette di inserire e dare visibilità agli spettacoli e
agli esiti dei singoli percorsi laboratoriali creati nel Carcere di Reggio Emilia, all’interno del
Festival Trasparenze, la rassegna che accende i riflettori sulle varie realtà carcerarie della
Regione e che si svolge tra i mesi di ottobre e dicembre di ogni anno, portando la comunità
esterna dentro quelle mura.

MaMiMò conduce i propri laboratori con il reparto comune maschile
(attualmente due corsi, uno base e uno avanzato), il reparto Orione destinato alle persone
Transgender, il reparto delle Donne sotto protezione e, per progettualità più brevi, la sezione dell’Articolazione della Salute Mentale.